» Poi corse fuori a lavarsi la faccia, per potergli stare chetamente a fianco, e perché, risvegliandosi, egli la trovasse occupata a lavorare. In breve, quando la lasciai la sera, ella era il sostegno e il conforto del pescatore Peggotty in ambascia; e meditai a lungo sull’insegnamento e la nuova prova datimi dalla signora Gummidge.
Erano le nove o le dieci, quando gironzando melanconicamente per la città, mi fermai alla porta di Omer. Omer era così rattristato per l’avvenuto, mi disse sua figlia, che era stato depresso e abbattuto tutto il giorno, e se n’era andato a letto senza fumare.
– Una ragazza perversa e senza cuore – disse la signora Joram. – In lei non ci fu mai alcun seme di bene.
– Non lo dite – risposi. – Voi non lo pensate.
– Altro che lo penso – ribatté irata la signora Joram.
– No, no – io dissi.
La signora Joram scosse il capo, sforzandosi d’esser severa e crudele; ma non poté dominare la sua commozione intima, e cominciò a piangere. Io ero giovane, certo; ma ebbi migliore opinione di lei per questa sua simpatia, che giudicai si confacesse meglio a una madre e sposa irreprensibile.
– Che cosa farà mai? – singhiozzava Minnie. – Dove andrà? Che ne sarà di lei? O come s’è potuta mostrare così crudele con se stessa e con lui?
Ricordavo il tempo che Minnie era giovane e bella, ed ero lieto ch’ella se ne ricordasse con tanta commozione.
– La mia piccola Minnie – disse la signora Joram – è andata a letto or ora. Anche nel sonno singhiozza per l’Emilia. In tutta la giornata, la piccola Minnie ha pianto per lei, domandandomi ripetutamente se l’Emilia fosse cattiva.
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