Pagina (664/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ah, troppo tardi!
      La povera piccola Mowcher sentiva tanto freddo, a forza di piangere e di gemere, che si voltò sul parafuoco per scaldarsi i piedi nella cenere, e se ne stette a guardar fissa il fuoco come una gran bambola. Io ero seduto dall’altro lato del caminetto, smarrito in tristi riflessioni, e contemplando un po’ il fuoco, un po’ lei.
      – Debbo andarmene – disse finalmente, levandosi. – È tardi. Voi non diffidate di me?
      Incontrando una sua occhiata penetrante, che era più penetrante che mai nell’istante che mi mosse quella domanda, non potei rispondere un «No» franco.
      – Eppure – ella disse, accettando l’offerta della mia mano che l’aiutò a passare sul parafuoco, e guardandomi supplichevole in viso – non diffidereste di me, se io fossi una donna di statura regolare.
      Sentii che in questo c’era molta verità, ed ebbi quasi rossore di me stesso.
      – Voi siete ragazzo – ella disse, con un cenno della testa. – Ascoltate due parole di avvertimento anche da una inezia di novanta centimetri come sono io. Cercate di non scambiare i difetti corporali con quelli mentali, mio buon amico, se non avete delle solide ragioni per farlo.
      Quando ella fu oltre il parafuoco, io fui libero dai miei sospetti. Le dissi che non dubitavo che m’avesse descritto fedelmente i suoi sentimenti, e che entrambi eravamo stati due strumenti ciechi in mani ben determinate. Ella mi ringraziò e mi disse che ero un bravo giovane.
      – Ora, badate! – essa esclamò, voltandosi, nell’atto di arrivare alla porta, e guardandomi di nuovo con piglio astuto e l’indice levato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Mowcher Ascoltate