– Ho qualche ragione di sospettare, da ciò che ho sentito... ho sempre le orecchie aperte, io, e faccio sempre tesoro delle facoltà in mio possesso... che essi siano partiti per il continente. Ma se mai ritornano, se mai qualcuno di loro ritorna, ed io sono ancora viva, ho più probabilità di tanti altri, andando in giro come faccio, di saperlo subito. Ciò che saprò io, lo saprete voi. Se mai potrò far qualcosa per la povera ragazza tradita, lo farò con tutto il cuore, che il Signore m’aiuti! E Littimer starebbe meglio ad avere un molosso alle calcagna che la piccola Mowcher.
Ebbi una gran fiducia in quest’ultima asserzione, osservando lo sguardo che l’accompagnava.
– Abbiate in me la fede che avreste in una donna di struttura normale, né più né meno – disse la piccola creatura, prendendomi la mano con aria supplichevole. – Se mai vi capitasse di vedermi diversa da ciò che sono ora, e tal quale mi vedeste la prima volta, tenete conto della compagnia in cui mi trovo. Ricordatevi che sono un piccolo essere senza soccorso e senza difesa. Pensate che quando rientro in casa la sera, finito il mio lavoro, ho un fratello che mi somiglia. Forse allora non penserete male di me, e non vi sorprenderete più dei miei affanni e delle mie tristezze. Buona sera!
Diedi la mano alla signorina Mowcher con un’opinione di lei diversa da quella avuta sino allora, e apersi la porta per lasciarla uscire. Non fu un’inezia aprirle l’ombrello, e lasciarglielo bene equilibrato in mano; ma finalmente me la cavai onorevolmente, e lo vidi allontanarsi dondolando sotto la pioggia, senza far parere che avesse nulla al di sotto, eccetto quando la violenta cascata d’una grondaia troppo piena lo faceva traboccare da un lato, scoprendo la signorina Mowcher che lottava energicamente per raddrizzarlo.
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Littimer Mowcher Mowcher Mowcher
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