V’era una signorina con lei – comparativamente innanzi negli anni – di circa venti primavere, direi. Si chiamava la signorina Mills, e Dora la chiamava la sua Giulia. Era l’amica del cuore di Dora. Beata la signorina Mills!
C’era anche Jip, e Jip continuava ad abbaiarmi contro. Quando presentai il mio mazzolino, digrignò gelosamente i denti. E aveva ragione. Se aveva la minima idea di come adorassi la sua padroncina, sì, aveva ragione!
– Oh, grazie, signor Copperfield! Che bei fiori! – disse Dora.
Avevo l’intenzione di dire (e avevo per il corso di tre miglia studiato il miglior modo di dirlo) che li avevo creduti belli prima di vederli in mano sua. Ma non mi riuscì. Ella era troppo ammaliante. Vederla mettersi i fiori contro il mento a fossette era perdere, in una tenera estasi, ogni presenza di spirito e ogni facoltà di parola. Mi stupisco che non dicessi: «Per pietà, signorina Mills, uccidetemi. Fatemi morir qui!».
Allora Dora fece odorare i miei fiori a Jip. Ma Jip brontolò e non volle odorarli. Dora si mise a ridere e glieli premé sul muso, per costringervelo. Allora Jip afferrò coi denti un pezzo di geranio, e lo scosse come se vi annusasse una banda di gatti. Allora Dora lo percosse, mettendo il broncio e dicendo: «I miei poveri fiori!» con accento di compassione, come se Jip mi avesse dato un morso. Ah, l’avesse fatto!
– Sarete contento di sapere, signor Copperfield – disse Dora – che non c’è quella noiosa della signorina Murdstone. È andata ad assistere al matrimonio di suo fratello, e se ne starà via almeno per altre tre settimane.
| |
Mills Dora Giulia Dora Mills Jip Jip Copperfield Dora Mills Dora Jip Jip Jip Dora Jip Copperfield Dora Murdstone
|