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      Sapevo come ella intuisse sempre rapidamente la verità, e che non mi avrebbe mai parlato di lui per la prima.
      Ebbi subito risposta alla mia. Leggendola, mi parve di sentire Agnese parlare. Avevo nelle orecchie la sua voce affettuosa. Che posso dir di più?
      Durante le mie frequenti assenze da casa, Traddles era venuto due o tre volte. Trovandovi Peggotty e informato da Peggotty (che sempre volentieri rivelava la circostanza a chiunque volesse saperlo) che ella era la mia antica governante, aveva stretto con lei rapporti di lieta familiarità fermandosi volentieri a chiacchierare di me con lei. Così mi disse Peggotty; ma temo che le conversazioni fossero alimentate soltanto da lei e per parecchio, perché era difficilissimo farla tacere, Dio la benedica, quando mi prendeva a soggetto dei suoi discorsi.
      Questo mi rammenta non solo che io dovevo attendere Traddles per un certo pomeriggio da lui fissato, ma che la signora Crupp aveva rassegnato ogni cosa di pertinenza del suo ufficio (tranne il salario) fino all’assoluta scomparsa di Peggotty. La signora Crupp, dopo aver conversato lungamente intorno a Peggotty sulle scale, a voce acutamente intonata – forse con qualche invisibile genio familiare, perché fisicamente parlando era sempre sola, – m’indirizzò una lettera, nella quale sviluppava le sue idee. Cominciando con quel principio d’applicazione universale, che ella adattava a ogni circostanza della vita, vale a dire che era una madre anche lei, continuava con l’informarmi che ella aveva veduto dei giorni assai diversi, ma che in tutti i periodi della sua esistenza, aveva avuto sempre una istintiva antipatia per le spie, gli intrusi e i delatori.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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