Ma sono stato tanto occupato...
– Sì, sì, lo so – disse Traddles, – naturalmente. La tua sta a Londra, credo.
– Che cosa dici?
– Lei, scusami, la signorina D., sai – disse Traddles, arrossendo nella sua grande delicatezza – sta a Londra, immagino.
– Oh, sì! Vicino a Londra.
– La mia, forse ricordi – disse Traddles, con uno sguardo grave – sta laggiù nel Devonshire... è una di dieci figlie. Quindi non son tanto occupato come te... in questo senso.
– Non so come tu possa fare – risposi – a vederla così raramente.
Ah! – disse Traddles, pensoso. – Me lo domando anch’io. Forse, Copperfield, perché non si può fare altrimenti.
Già – risposi con un sorriso, e non senza un po’ di rossore – forse anche perché hai tanta costanza e tanta pazienza, Traddles.
Credi? – disse Traddles, meditabondo. – Ti sembra così, Copperfield. Veramente non lo sapevo. Ma lei è una ragazza tanto cara che, chi sa, può avermi comunicato qualche cosa delle sue virtù. Ora che tu me lo fai notare, Copperfield, non me ne stupisco. Ti assicuro che lei dimentica sempre se stessa per badare alle altre nove.
– È la maggiore? – chiesi.
Oh, no! – disse Traddles. – la maggiore è la Bellezza.
Egli s’accorse, immagino, che non potei fare a meno dal sorridere alla semplicità di questa risposta; e aggiunse, con un sorriso sull’ingenuo volto:
Non che la mia Sofia... bel nome, non è vero, Copperfield?
Bellissimo – dissi.
Non che la mia Sofia non sia bella ai miei occhi e non parrebbe una delle più care ragazze a chiunque si fosse. Ma quando dico che la maggiore è la Bellezza, voglio dire che veramente è una.
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