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      – Non abito più con lui ora.
      – No?
      – No. Vedi, il fatto sta – disse Traddles sottovoce – che ora, in conseguenza delle sue temporanee difficoltà, ha cambiato di nome e si fa chiamare Mortimer. Non esce che di notte... e con gli occhiali. Vi fu un sequestro in casa nostra per la pigione. La signora Micawber era in una condizione così straziante che non ebbi il cuore di rifiutarmi di firmare quella seconda cambiale. Tu non puoi immaginare, Copperfield, che piacere mi facesse veder tutto finito e la signora Micawber ridiventata allegra.
      – Uhm!... – esclamai.
      – Non che la sua felicità fosse di lunga durata – continuò Traddles – perché, disgraziatamente, dopo un’altra settimana, ci fu un altro sequestro, che ruppe l’unione. Da allora ho abitato in un appartamento ammobiliato, e i Mortimer si mantengono nel più assoluto ritiro. Spero che non mi dirai che sono un egoista, Copperfield, se ti dico che il negoziante di mobili s’è impossessato del mio tavolino tondo col piano di marmo, e del vaso di fiori e della colonna di Sofia.
      – Che crudeltà! – esclamai indignato.
      – Rappresentava uno... rappresentava uno sforzo erculeo – disse Traddles col solito gemito, a quell’espressione. – Non lo dico per rinfacciar il mio sacrificio a qualcuno, ma per un mio disegno. Si tratta, Copperfield, che io non ero in grado di ricomprarli nell’atto del sequestro: primo, perché il negoziante di mobili, comprendendo che li volevo, me ne chiese un prezzo favoloso; e, secondo, perché... ero assolutamente senza denaro.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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