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      Mi adatterò comunque. Sarà solo per stasera. E domani parleremo meglio di tutto.
      Fui riscosso dal mio intontimento e dal dolore che provavo per lei – per lei, ne son certo – dal suo abbandono improvviso nelle mie braccia e dalla dichiarazione, nel pianto, che il suo pensiero era soltanto per me. Dopo un istante, ella frenò ogni trasporto, e disse con un aspetto, più che di abbattimento, di trionfo:
      – Dobbiamo affrontare coraggiosamente le disgrazie, e non accasciarci, caro. Dobbiamo rappresentare la nostra parte fino all’ultimo, e trionfare dei rovesci, Trot.
      XXXV.
      ABBATTIMENTORicuperata appena la calma, che m’aveva abbandonato alla prima tremenda scossa della notizia di mia zia, proposi al signor Dick di avviarci verso la bottega del droghiere, per prendere possesso del letto lasciato recentemente libero dal pescatore Peggotty. La bottega del droghiere era in Hungerford Market – l’Hungerford Market era allora molto diverso da quel che è oggi – e aveva un colonnato basso di legno innanzi alla porta (non dissimile da quello della casa abitata dai due pupazzi di uomo e di donna nei vecchi barometri), che piacque moltissimo al signor Dick. L’onore di abitare su quel colonnato lo avrebbe compensato, oso dire, di molti inconvenienti; ma siccome non ve n’erano molti, oltre il misto di odori che ho già menzionato, e la mancanza, forse, d’un po’ più di spazio, egli si mostrò assolutamente entusiasta di quella dimora. La signora Crupp gli aveva annunziato con tono di sdegno che non v’avrebbe trovato neanche tanto spazio da farvi ballare un gatto; ma, come il signor Dick mi fece giustamente osservare, sedendosi a piè del letto, e carezzandosi la gamba: «Sai, Trot, non intendo far ballare nessun gatto.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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