Ma Barkis ha delle buone qualità.
Facendo le viste di ridere, colse il destro per portarsi le mani agli occhi, e per asciugarseli. Poi riprese una fetta di crostino e il discorso.
– Ah, Dio ci perdoni! – sospirò mia zia. – So tutto ciò che è accaduto, Trot. Barkis e io ne abbiamo parlato a lungo, mentre tu eri fuori con Dick. So tutto. E non arrivo a indovinare che diamine s’annidi nella testa di quelle sciagurate ragazze. Mi domando perché mai non vadano a rompersela contro... contro la cappa del camino – disse mia zia, esprimendo un’idea ispiratale certamente dalla contemplazione del mio caminetto.
– Povera Emilia! – esclamai.
– Oh, non la compiangere! – rispose mia zia. – Avrebbe dovuto pensarci, prima d’esser la causa di tanti dolori. Dammi un bacio, Trot. Mi duole tanto che tu debba fare una triste esperienza della vita.
Mi sporsi verso di lei, ed ella mi mise il bicchiere su un ginocchio, per trattenermi, dicendo:
– Oh, Trot, Trot! E così, tu ti figuri d’essere innamorato, non è vero?
– Come, zia, mi figuro! – esclamai, arrossendo. – Io l’adoro con tutta l’anima.
– Dora? Veramente! – rispose mia zia. – E tu vuoi dire che la piccina è affascinante, immagino?
– Mia cara zia – risposi – nessuno può farsi un’idea di ciò ch’ella sia.
– Ah! E non è una sciocca? – disse mia zia.
– Sciocca, zia!
Io seriamente credo che non mi fosse mai passato per la testa di domandarmi un solo istante se ella lo fosse o no. Quella supposizione, certo, mi fece male; ma ne fui sorpreso come da un’idea assolutamente nuova.
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