– No! – disse il signor Jorkins, fermandosi sull’uscio e scotendo il capo. – Oh, no, io sono contrario! – aggiunse rapidamente e uscì. – Voi dovete sapere, signor Copperfield – aggiunse, riapparendo di nuovo sulla porta – che il signor Spenlow è contrario...
– Personalmente no, signore – dissi.
– Oh, personalmente! – ripeté il signor Jorkins, mostrandosi impaziente. – Vi assicuro, signor Copperfield, che vi sono delle obbiezioni insormontabili. Ciò che volete voi, non si può fare. Io... io veramente ho un appuntamento alla Banca. – E così dicendo filò precipitosamente fuori; e, a quanto seppi, ci vollero tre giorni prima che si facesse rivedere al Commons.
Determinato a non lasciar nulla d’intentato, aspettai il ritorno del signor Spenlow, al quale poi narrai il mio colloquio col socio, facendogli capire che non avevo rinunziato alla speranza di vederlo ammorbidire l’adamantino Jorkins, se egli avesse voluto assumersi quel compito.
– Copperfield – rispose il signor Spenlow, con un bel sorriso: – voi non conoscete il mio socio dal tempo che lo conosco io. Nulla è più lontano dalla mia mente che l’attribuire la minima ombra d’artificio al signor Jorkins. Ma il signor Jorkins ha un modo di dichiararsi contrario che spesso inganna le persone. No, Copperfield! – disse, scotendo il capo. – Il signor Jorkins non si smuove, credetemi!
Fra il signor Spenlow e il signor Jorkins, non sapevo più chi fosse il socio oppositore; ma vidi con sufficiente chiarezza che esisteva della durezza in qualche parte della ditta, e che non c’era da contare affatto sul ricupero delle mille sterline di mia zia.
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