Sarebbe convenuto a me e a Dora meravigliosamente: c’era un giardino davanti in cui Jip avrebbe potuto correre e abbaiare ai rivenditori girovaghi attraverso lo steccato, e una magnifica camera in alto per mia zia. Ne uscii più fervido e più veloce che mai, e corsi fino a Highgate a un passo tale che arrivai un’ora prima del tempo stabilito. Approfittai di quell’ora per riposarmi e raffreddarmi un poco, in modo da essere presentabile.
Mia prima cura, dopo aver gironzato lì attorno, si fu di trovare la casa del dottore. Non era dal lato dove abitava la signora Steerforth, ma precisamente nel punto opposto della cittaduzza. Fatta questa scoperta, tornai, obbedendo a un’attrazione alla quale non seppi resistere, in un vicolo attiguo a quello della casa della signora Steerforth, e mi misi a contemplare l’angolo del muro del giardino. La finestra della camera di Steerforth era perfettamente chiusa. Le porte della serra erano spalancate, e Rosa Dartle camminava a testa scoperta, a passo rapido e impetuoso su e giù per un viale di ghiaia sull’orlo del prato. Ella mi fece l’impressione d’un essere selvaggio, che stesse trascinando la sua catena sempre sulla stessa via, consumandosi il cuore.
Mi ritrassi pianamente dal mio posto di osservazione, e fuggendone, col rammarico d’esservi andato, gironzai senza scopo fino alle dieci. Non c’era in quel tempo a dirmi l’ora la chiesa dal sottile pinnacolo, che si leva adesso sulla vetta della collina. Una vecchia casa di mattoni rossi, che serviva da scuola, era allora in quel punto; e mi fece l’impressione che dovesse esser veramente piacevole andare a scuola lì dentro.
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