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      Il dottore si fermò, mi batté di nuovo sulla spalla con un sorriso, ed esclamò, con un’aria di trionfo che era veramente un incanto a vedersi, come se io fossi penetrato nell’ima profondità della sagacia umana:
      – Amico caro, hai indovinato. Si tratta del dizionario!
      Come si poteva trattar d’altro? Ne aveva piene le tasche, come la testa. Il dizionario gli trasudava da tutti i pori. Egli mi narrò che da quando aveva abbandonato la scuola, era andato meravigliosamente innanzi nel suo lavoro; e che nulla poteva convenirgli meglio di quell’orario, che gli proponevo, della mattina e del pomeriggio, giacché era sua abitudine nelle altre ore di passeggiare per meditare ad agio. In quel momento nelle sue carte c’era un po’ di confusione, perché Jack Maldon recentemente gli s’era offerto qualche volta come amanuense, senza essere esperto in quel genere di lavoro; ma noi avremmo messo in ordine tutto, andando trionfalmente innanzi. Dopo, quando ci mettemmo coraggiosamente all’opera, gli sforzi di Jack Maldon mi diedero immediatamente da fare, giacché egli non s’era soltanto limitato a commettere numerosi errori, ma aveva schizzato tanti soldati e tante teste di donne sui manoscritti del dottore, che io spesso mi trovavo involto in laberinti inestricabili.
      Il dottore era veramente entusiasta della prospettiva d’avermi a suo collaboratore nella sua impresa meravigliosa, e fissò l’inizio del lavoro per la mattina alle sette il giorno dopo. Dovevamo occuparcene due ore la mattina e tre ore la sera, tranne il sabato consacrato al riposo.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Jack Maldon Jack Maldon