– Tu devi andare, Annie; devi andare.
– No – ella disse al dottore: – preferisco di rimanere a casa. Ho più piacere a rimanere a casa.
Senza guardare il cugino, ella si volse a me, e m’interrogò su Agnese, e se questa sarebbe andata a trovarla, e se non sarebbe andata probabilmente quel giorno stesso; e appariva così turbata, che mi domandavo come mai il dottore, che spalmava il burro su un crostino, non vedesse ciò che era così chiaro.
Ma egli non vedeva nulla. Le disse, benevolmente, che lei era giovine e doveva divertirsi e distrarsi, e non annoiarsi con un vecchio noioso come lui. Poi, egli desiderava di sentirla cantare le arie di quella celebre cantante; e non avrebbe potuto cantarle bene, se non ci fosse andata. Così il dottore insisté per farle promettere di andare; e Jack Maldon sarebbe ritornato all’ora del desinare. Stabilito questo, Jack Maldon se ne andò per andare ad occupare, immagino, il suo posticino; ma ad ogni modo se ne andò a cavallo, con aria molto languida.
Ero curioso di sapere, la mattina dopo, se ella fosse andata a teatro. Non c’era andata, e aveva fatto sapere a suo cugino a Londra che non ci sarebbe andata. S’era invece recata da Agnese, e aveva insistito col dottore perché egli l’accompagnasse; ed erano tornati a casa piedi, il dottore mi disse, con una serata deliziosa. Mi domandai allora se sarebbe mancata allo spettacolo se Agnese non fosse stata a Londra, e se Agnese non avesse esercitato anche su lei un influsso salutare.
Ella veramente non appariva felice, mi sembrava, ma aveva un’espressione tranquilla, se non era simulata.
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