Il mio amico Heep in realtà non ha fissato il compenso su una cifra troppo alta, ma ha fatto molto per distrigarmi da una rete di penose difficoltà finanziarie, in considerazione del valore dei miei servizi: ed io farò del mio meglio perché i miei servizi gli riescan preziosi. Quel po’ di destrezza e d’intelligenza che m’è dato di possedere – disse il signor Micawber, e con falsa modestia ed effettivo orgoglio e con l’antico suo piglio di nobiltà condiscendente – sarà consacrato al servizio del mio amico Heep. Ho già qualche pratica legale... giacché parecchie volte ho avuto occasione d’esser citato in cause civili... e subito mi dedicherò a studiare i Commenti d’uno dei più eminenti e ragguardevoli giuristi inglesi. È inutile aggiungere che voglio alludere al giudice Blackstone.
Queste osservazioni, e la maggior parte delle osservazioni che si fecero quella sera, furono interrotte dalla signora Micawber che scopriva che il signorino Micawber le sedeva sulle scarpe, o si teneva la testa con le braccia come se avesse paura che gli si staccasse, o dava dei calci a Traddles sotto la tavola, o si metteva i piedi l’uno sull’altro, o li allungava a distanza in apparenza soprannaturale, o si stendeva di fianco coi capelli tra i bicchieri, o manifestava la sua irrequietezza in qualche altra forma incompatibile col generale interesse della compagnia; e interrotte dal signorino Micawber che si risentiva aspramente di quelle scoperte. Io me ne stetti in quel frattempo meravigliato della rivelazione del signor Micawber, e domandandomi che significasse, quando la signora Micawber ripigliò il filo del discorso.
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