Vuol l’amico Copperfield farmi il favore di verificare? Verificai e trovai il conto esatto.
– Lasciare questa metropoli – disse il signor Micawber – e il mio amico Tommaso Traddles, senza saldare la partita pecuniaria dell’obbligazione che ho con lui, sarebbe come caricarmi di un peso insopportabile. Ho, perciò, preparato per il mio amico Tommaso Traddles, e ho in questo momento in mano un documento, che risponde al mio desiderio. Io mi onoro di porgere al mio amico Tommaso Traddles una mia cambiale per quarantuna sterlina, dieci scellini e undici pence e mezzo, e sono felice di riacquistare la mia dignità morale, e di sapere che posso ancora una volta camminare a fronte alta innanzi al mio simile!
Con questa introduzione (che lo commosse grandemente) il signor Micawber mise la cambiale nelle mani di Traddles, dicendogli che gli augurava ogni bene in ogni contingenza della vita. Ed io son persuaso che non solo per il signor Micawber quell’atto equivalesse a un pagamento in moneta sonante, ma che per lo stesso Traddles, prima d’aver l’agio di ripensarci, non fosse chiara la differenza. Il signor Micawber camminava con la fronte così alta innanzi al proprio simile, in virtù di quell’onorevole azione, che il petto sembrava gli si fosse allargato della metà nel momento che egli ci fece lume per le scale. Ci separammo con grande cordialità da entrambe le parti, e quando ebbi accompagnato Traddles fino alla porta di casa sua, e m’avviai verso la mia solo, pensai, fra tante altre strane contraddittorie cose che mi s’affollarono in mente, che, facile a sdrucciolare com’era il signor Micawber, dovessi forse al pietoso ricordo ch’egli conservava del povero ragazzo suo inquilino, la circostanza che non m’aveva chiesto mai del denaro in prestito.
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