Ma era arrivato il tempo (parlo del sabato che dovevo andare dalla signorina Mills a prendere il tè) che essa doveva ritornare a casa ad accudirvi Cam, come s’era assunta di fare.
– Così, addio, Barkis – disse mia zia – e pensa a star bene. Io certo non avrei mai creduto che mi sarebbe dispiaciuto perderti.
Accompagnai Peggotty all’ufficio della diligenza e la vidi partire. Ella in quel momento si mise a piangere, e, come aveva fatto Cam, raccomandò suo fratello alla mia amicizia. Dal giorno che se n’era andato, in quel tramonto radioso, non s’era saputo più nulla di lui.
– E ora, mio caro Davy – disse Peggotty – se mentre studi ancora, hai bisogno di denaro per le tue spese; o se, quando avrai finito, ne vorrai per stabilirti (e nell’uno o nell’altro caso o in tutti e due ne avrai bisogno, diletto mio), chi avrebbe più diritto di prestartelo dell’antica domestica della tua povera mamma?
Io non ero così selvaggiamente altero da non dire in risposta che se mai avessi avuto bisogno di contrarre un prestito, sarei ricorso a lei; e credo che, salvo a chiederle su due piedi l’anticipo d’una grossa somma, non avrei potuto farle maggior piacere.
– E, diletto mio – bisbigliò Peggotty – di’ alla tua bella angioletta, che mi sarebbe piaciuto tanto di vederla, almeno per un momento. E dille che prima ch’ella sposi il mio ragazzo, verrò io a metter tutta la casa in ordine, se tu me lo per metti.
Le dichiarai che nessun’altra vi avrebbe messo le mani prima; e questo fece tanto piacere a Peggotty, che se ne partì risollevata.
| |
Mills Cam Barkis Peggotty Cam Davy Peggotty Peggotty Peggotty
|