Allora esposi alla signorina Mills tutto ciò che invano mi ero sforzato di esporre a Dora. La signorina Mills osservò, parlando in generale, che la Capanna della Moderazione era migliore del Palazzo del freddo Splendore, e che dove c’era l’amore, c’era tutto.
Io dissi alla signorina Mills che questo era verissimo; e chi più di me, che volevo bene a Dora come nessun mortale mai aveva voluto bene alla sua fiamma, poteva esserne persuaso? Ma siccome la signorina Mills osservò, incredula, che sarebbe stato meglio per alcuni cuori se così fosse stato, aggiunsi che mi permettesse di limitare la osservazione ai mortali di genere maschile.
Allora lasciai che la signorina Mills dicesse se fosse saggio o no il consiglio da me dato intorno alle faccende domestiche e allo studio del Libro di cucina.
La signorina Mills, dopo aver meditato un poco, rispose così:
– Signor Copperfield, io con voi sarò sincera. Le sofferenze mentali e le prove da me sopportate sopperiscono in qualche modo alla scarsezza di anni, e io vi parlerò con la serietà e la sincerità di una Madre abbadessa. No. Il consiglio non è adatto alla nostra Dora. Ella è un’anima di luce, di trasparenza, di gioia. Dico francamente che se la cosa fosse possibile, sarebbe forse meglio, ma... – e la signorina Mills scosse il capo.
Io mi sentii incoraggiato da quella concessione finale da parte della signorina Mills per chiederle, per amor di Dora, se dato che le si presentasse l’occasione di allettarla a qualche esperimento di vita pratica di quel genere, non fosse disposta a incoraggiarla.
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