Alluso anche alla Pazienza su una tomba. (Domanda. Perché su una tomba? G. M.)
«Giovedì. D. certamente più sollevata. Notte migliore. Leggera sfumatura di damasco riapparsale sulle guance. Deciso di pronunciare il nome di D. C. Pronunciato cautamente durante una passeggiata. D. immediatamente oppressa. «Oh, cara, cara Giulia! Oh, io sono stata una figlia cattiva e disubbidiente!» Consolata e carezzata. Disegnato quadro ideale di D. C. sull’orlo della tomba. D. di nuovo abbattuta. «Oh, che debbo fare, che debbo fare? Oh, conducimi in qualche parte!» Molto impaurita. Svenimento di D. e bicchiere d’acqua portato da un caffè. (Rassomiglianza poetica. Insegna variopinta sulla porta d’un caffè; vita umana anche variopinta. G. M.)
«Venerdì. Giorno denso d’eventi. Un uomo appare in cucina, con una sacca turchina, «poiché la signora ha lasciato le scarpe da accomodare.» La cuoca risponde: «Non ho un ordine simile.» L’uomo dice di sì. La cuoca si ritira, lasciando l’uomo solo con J. Al ritorno della cuoca, l’uomo ancora insiste, ma finalmente se ne va. J. manca. D. disperata. Fatta denuncia alla polizia. L’uomo può essere identificato dal grosso naso e dalle gambe ad arco. Ricerche fatte in tutti i sensi. Niente J. Dora, che piange amaramente, è inconsolabile. Nuove allusioni alla giovine gazzella. A proposito, ma senza effetto. Verso sera, appare un ragazzo. Condotto nel salotto. Grosso naso, ma non gambe ad arco. Dice che vuole una sterlina, e conosce lui un cane. Rifiuta di dir di più, benché venga molto sollecitato.
| |
Pazienza Domanda Pronunciato Giulia Rassomiglianza Dora
|