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      Nella stessa corrispondenza professionale – disse il signor Micawber, dando un’occhiata alle lettere sparse sul tavolo – la mente non è libera di slanciarsi in una forma d’espressione sublime. Nonostante ciò, la carriera è magnifica. Veramente magnifica!
      Egli mi disse d’esser diventato il locatario della casa occupata già da Uriah Heep; e che la signora Micawber sarebbe stata felice di ricevermi, ancora una volta, sotto il suo tetto.
      – È modesto – disse il signor Micawber – per citare l’espressione favorita dell’amico Heep; ma può diventare il primo gradino d’un impianto domiciliare più sontuoso.
      Gli chiesi se fino a quel momento fosse soddisfatto del trattamento che gli faceva il suo amico Heep. Ma egli si levò per accertarsi sé la porta fosse ben chiusa, prima di rispondermi, a voce sommessa:
      – Mio caro Copperfield, un uomo preso nelle strettoie degli imbarazzi pecuniari è sempre, con la maggior parte delle persone, in una condizione svantaggiosa: svantaggio che aumenta, quando le strettoie son tali che lo costringono a domandare i suoi emolumenti prima che siano scaduti e dovuti. Tutto ciò che posso dire si è che il mio amico Heep ha risposto ad appelli ai quali è inutile riferirmi più ampiamente, e in maniera tale da ridondare ad onore sì della sua mente come del suo cuore.
      – Veramente non lo avrei mai supposto prodigo del suo denaro – osservai.
      – Scusami – disse il signor Micawber, con aria impacciata – parlo del mio amico Heep per l’esperienza che n’ho.
      – Son lieto che la vostra esperienza sia così favorevole – risposi.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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