Siccome glielo dissi, egli si sentì sollevato, e mi strinse calorosamente la mano.
– Sono incantato, Copperfield, ti giuro – disse il signor Micawber – della signorina Wickfield. Ella è una donzella piena di leggiadria, di grazia e di virtù. Sul mio onore – : disse il signor Micawber, baciandosi indefinitamente la mano, e inchinandosi con la sua aria più nobile – io rendo omaggio alla signorina Wickfield! Hum!
– Sono lieto di questo, almeno – dissi.
– Se tu non ci avessi assicurato, mio caro Copperfield, quella volta che avemmo la felicità di passar con te quell’indimenticabile pomeriggio, che D. era la tua lettera favorita – disse il signor Micawber – avrei sicuramente pensato che fosse invece la A.
Noi abbiamo la sensazione, a volte, che ciò che diciamo e facciamo sia stato già detto e fatto prima, in un tempo remoto – di essere stati circondati, in oscuri secoli lontani, dagli stessi visi, dagli oggetti, dagli stessi avvenimenti – di saper già prima ciò che ci sarà detto dopo, come se immediatamente la ricordassimo. Questa misteriosa impressione non l’ebbi mai più forte in vita mia, di quando egli pronunziò quelle parole.
In quel momento, mi congedai dal signor Micawber, incaricandolo dei miei saluti a tutti di casa. Egli riprese il suo posto e la penna, girò il collo nel solino, come per mettersi in grado di scrivere più facilmente, e chiaramente compresi che da quando aveva accettato quel suo nuovo ufficio, s’era interposto fra me e lui qualche cosa che c’impediva d’avvicinarci come una volta, e cambiava assolutamente la natura delle nostre relazioni.
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