Quando andammo a trovar la madre, m’accorsi subito che avevo ragione. Andai dunque in Francia, e vi sbarcai come se cadessi dal cielo.
Vidi la porta muoversi e la neve entrarvi. La porta si mosse un po’ di più; v’era una mano che la teneva pianamente socchiusa.
– Là trovai un autorevole signore inglese – disse il pescatore Peggotty – e gli dissi che ero andato a cercarvi mia nipote. Egli mi fece aver le carte che m’occorrevano per viaggiare – non so veramente come son chiamate – e voleva darmi del denaro, ma fortunatamente non ne avevo bisogno. Gli sono veramente riconoscente per quanto egli fece per me. «Ho già scritto delle lettere per raccomandarvi al vostro arrivo – egli mi disse – e parlerò a molti che faranno lo stesso viaggio, e molti sapranno, molto lungi di qui, che voi viaggiate solo». Gli espressi, come meglio mi fu possibile, la mia gratitudine, e mi misi in viaggio a traverso la Francia.
– Solo e a piedi? – dissi.
– Quasi sempre a piedi – egli soggiunse; – qualche volta in qualche carro con gente che sì recava al mercato; qualche volta in vetture che facevano vuote il viaggio di ritorno. Molte miglia al giorno a piedi, e spesso con qualche povero soldato o dell’altra povera gente che si recava a rivedere i parenti. Io non potevo parlare con nessuno e nessuno poteva parlare con me; ma ad ogni modo era sempre una compagnia, per quelle lunghe strade polverose.
Certo quel suo accento affettuoso gli avrebbe fatto trovare degli amici dovunque.
– Quando arrivavo in qualche città – egli continuò – andavo in cerca dell’albergo e aspettavo nel cortile finché arrivasse qualcuno (e qualcuno c’era sempre) che conosceva l’inglese.
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