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      «Mia cara, se il vostro cuore è crudele per me – giustamente crudele, lo so – chiedete a colui verso il quale sono più colpevole, a colui del quale dovevo esser moglie, se è necessario respingere la mia preghiera. Se egli è abbastanza pietoso per dirvi che potete scrivermi qualche cosa – io credo che lo farà, perché è stato sempre così generoso e buono e disposto a perdonare, – ditegli allora, soltanto allora, che quando la notte io sento soffiare il vento, mi sembra che sia passato irato accanto a lui e a mio zio, e che risalga verso il Signore ad accusarmi. Ditegli che se dovessi morire domani (e oh, come sarei contenta di morire, se mi sentissi preparata!) benedirei lui e mio zio con le mie ultime parole, e la mia ultima preghiera sarebbe per la sua felicità!».
      Anche in questa lettera era accluso del denaro. Cinque sterline. Come la somma precedente, non era stato toccato, e la lettera fu ripiegata nella stessa guisa. Particolari istruzioni erano aggiunte per l’indirizzo della risposta, le quali, benché rivelassero l’intervento di parecchie mani, e rendessero difficile giungere a una esatta conclusione sul nascondiglio della scrivente, facevano sembrare almeno non improbabile che ella avesse mandato la lettera dal punto dove, come s’era detto, era stata veduta.
      – Che risposta fu mandata? – chiesi al pescatore Peggotty.
      – La signora Gummidge – egli rispose – non è molto capace di scrivere, signore. La risposta gliela tracciò Cam, ed essa la ricopiò. Le fu detto che io ero andato a cercarla, e le furono riferite le parole che io avevo detto al momento della partenza.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Peggotty Gummidge Cam