Poi, di aver udito un pendolo antico far tic-tac sul caminetto, e di aver cercato di far andare di pari passo il battito del mio cuore – cosa che non mi riuscì. Poi, di aver guardato intorno per la stanza per una traccia di Dora, senza scoprirne alcuna. Poi, di aver pensato che Jip avesse abbaiato in lontananza, e che qualcuno l’avesse immediatamente fatto tacere. Finalmente mi trovai a cacciare con una gomitata Traddles nel caminetto, nell’atto d’inchinarmi confuso a due piccole vecchiette asciutte, vestite di nero, e rassomiglianti entrambe meravigliosamente a una riproduzione di legno o di cuoio del defunto signor Spenlow.
– Prego – disse una delle due vecchiette: – accomodatevi.
Quando ebbi finito di far cadere Traddles, e mi sedetti su qualche cosa che non era un gatto – perché al primo movimento m’ero seduto su un gatto – ricuperai tanto delle mie facoltà visive da comprendere che il signor Spenlow era stato evidentemente il più giovine della famiglia; che vi era una distanza di sette od otto anni fra le due sorelle, e che la più giovine pareva fosse la direttrice della conferenza, giacché aveva in mano la mia lettera – così familiare a me e pur così estranea! – e la consultava a traverso un occhialetto. Esse erano vestite nella stessa foggia; ma la minore portava la sua acconciatura con aria più giovanile dell’altra; e forse aveva un po’ di gale, o qualche merletto di più, o qualche spilla, o un braccialetto, o qualche gingillo della stessa specie, che le dava un aspetto più vivace.
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Dora Jip Traddles Spenlow Traddles Spenlow
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