– Se io credo – cominciai con entusiasmo: – oh!...
Ma la signorina Clarissa mi diede uno sguardo (proprio lo sguardo d’un canarino) per dirmi che non dovevo interromper l’oracolo, ed io mi scusai.
– L’affezione – disse la signorina Lavinia, dando un’occhiata alla sorella, quasi per chiedere la sua approvazione, e ottenendola in forma d’un piccolo cenno del capo a ogni frase – l’affezione solida, l’omaggio, la devozione, non si esprimono facilmente. La loro voce è fioca. Modesto e riservato, l’amore si nasconde, e attende pazientemente. È come il frutto che aspetta di maturare. A volte tutta una vita si dilegua, e rimane ancora a maturare nell’ombra.
Naturalmente, in quel momento non capivo che la sua fosse un’allusione alle prove ch’ella immaginava nel disgraziato Pidger; ma vidi, dalla gravità con la quale la signorina Clarissa scoteva il capo, la grande importanza ch’ella dava a queste parole.
– Le leggere... perché io le chiamo, in confronto con tali sentimenti... le leggere inclinazioni dei giovanetti – proseguì la signorina Lavinia – sono polvere paragonata alle rocce. È per la difficoltà di sapere se abbiano una probabilità di durata o un qualsiasi solido fondamento, che mia sorella Clarissa e io siamo rimaste indecise sul da fare, signor Copperfield e signor...
– Traddles – disse il mio amico, vedendosi fissato.
– Domando scusa. Dell’Inner Temple, credo? – disse la signorina Clarissa, dando un’altra occhiata alla mia lettera.
Traddles disse: «Appunto», e si fece rosso.
Ora, benché non avessi ricevuto ancora nessun espresso incoraggiamento, pensavo di scorgere nelle due minuscole sorelle, e specialmente nella signorina Lavinia, un’intensa gioia di questo nuovo e fecondo soggetto d’interesse domestico, una disposizione a trarne il massimo vantaggio, una preparazione a vezzeggiarlo, che splendeva d’un raggio di buona speranza.
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Clarissa Lavinia Pidger Clarissa Lavinia Clarissa Copperfield Inner Temple Clarissa Lavinia
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