– Io non dimenticherò mai, care signorine – esclamai, sollevato da un peso immenso – la vostra grande bontà.
– Ma – continuò la signorina Lavinia – ma noi preferiremmo di considerar le sue visite, signor Traddles, come fatte, per ora, a noi. Noi dobbiamo evitare di riconoscere qualsiasi impegno formale fra il signor Copperfield e nostra nipote, finché non abbiamo avuto l’opportunità...
– Finché tu non abbia avuto l’opportunità, sorella Lavinia... – disse la signorina Clarissa.
– Come tu dici – approvò la signorina Lavinia, con un sospiro – finché io non abbia avuto l’opportunità di osservarli.
– Copperfield – disse Traddles, volgendosi a me – tu capisci, ne son sicuro, che nulla può essere più cagionevole e sensato.
– Nulla! – esclamai. – Lo capisco perfettamente.
– Nell’attuale stato di cose – disse la signorina Lavinia, ricorrendo di nuovo alle note – e ammettendo le sue visite a questo patto solo, noi dobbiamo esigere dal signor Copperfield una assicurazione formale, sulla sua parola d’onore, che nessuna comunicazione mai di nessuna specie avrà luogo fra lui e nostra nipote a nostra insaputa. Che nessun progetto di nessuna specie sarà fatto sul conto di nostra nipote, senza il nostro consenso.
– Senza il tuo, sorella Lavinia – s’interpose la signorina Clarissa.
– Come tu vuoi, Clarissa – approvò la signorina Lavinia rassegnata – senza il mio consenso personale... e senza che abbia ottenuto la nostra approvazione. Noi la mettiamo come una condizione espressa ed assoluta, che non dovrà esser in alcun modo negletta.
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