Pagina (901/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Una gran quantità di vino di Porto fu consumata il giorno del suo ricevimento; e, considerando la spesa, debbo credere che gli studenti del Temple ne abbiano largamente approfittato.
      Ho fatto un altro tentativo. Con timore e tremore mi son provato a diventar autore. Ho scritto una cosetta in segreto, l’ho mandata a una rivista, e la rivista l’ha pubblicata. Così, ho preso cuore a scrivere altri lavorucci, che mi sono regolarmente pagati. In complesso, i miei affari sono bene avviati; e quando calcolo i miei guadagni sulle dita della sinistra, passo il terzo dito e arrivo sul quarto alla seconda giuntura.
      Noi avevamo lasciato Buckingham Street per trasferirci in un bel villino vicinissimo a quello che avevo ammirato tanto nel mio primo entusiasmo. Mia zia, però (che aveva venduta la casa di Dover con un buon guadagno), non intende rimanervi; ma si propone di andare ad abitare una casetta ancora più piccola nello stesso vicinato. Che cosa significa tutto questo? Il mio matrimonio? Appunto.
      Appunto, sto per sposare Dora. La signorina Lavinia e la signorina Clarissa hanno dato il loro consenso; e se mai ci furono canarini in agitazione, somigliarono perfettamente ad esse. La signorina Lavinia, che s’è assunta la sovraintendenza della guardaroba della mia diletta, è continuamente occupata a tagliare corazze di carta grigia e a discutere con qualche rispettabile giovane che ha un lungo pacco e una misura lineare sotto il braccio. Una sarta, sempre col petto trafitto da un ago infilato, mangia e dorme in casa; e a me sembra che mangi, beva e dorma, senza mai togliersi il ditale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Porto Temple Buckingham Street Dover Dora Lavinia Clarissa Lavinia