– chieggo.
– Alle sette – dice Traddles, consultando il suo vecchio orologio d’argento, lo stesso orologio da cui una volta, a scuola, aveva cavato una ruota per fare un mulino ad acqua. – La stessa ora della signorina Wickfield, credo.
– Un po’ più presto. La signorina Wickfield arriva alle otto e mezzo.
– Ti assicuro, mio caro amico – dice Traddles – che sono tanto contento, quasi come se stessi per ammogliarmi io. E poi non so come ringraziarti per la bontà e il sentimento d’amicizia che t’ha mosso di far partecipare personalmente Sofia a questo lieto avvenimento, invitandola a essere damigella d’onore della sposa insieme con la signorina Wickfield. Ne sono molto commosso.
Io l’ascolto e gli stringo la mano; e parliamo, e camminiamo, e desiniamo, e così di seguito; e a me non par possibile. Nulla è reale.
All’ora stabilita, Sofia arriva in casa delle zie di Dora. Ella ha un viso grazioso – non assolutamente bello, ma d’una grande simpatia – ed è la fanciulla più schietta, naturale, sincera, attraente che io mi sia mai veduta. Traddles ce la presenta con un senso d’orgoglio; e si sfrega le man per dieci minuti filati d’orologio, con tutti i capelli irti come spilli sulla testa, quando gli faccio in un angolo le mie congratulazioni.
Sono andato ad aspettare Agnese all’arrivo della diligenza di Canterbury, e il suo lieto e sereno viso è per la seconda volta fra noi. Agnese ha una grande simpatia per Traddles, ed è bello vederli, nel momento dell’incontro, e osservare la soddisfazione di Traddles mentre le fa fare la conoscenza della più cara ragazza del mondo.
| |
Traddles Wickfield Wickfield Traddles Sofia Wickfield Sofia Dora Agnese Canterbury Traddles Traddles
|