Il desiderio del dottore, che Annie si divertisse, era perciò specialmente gradito a quell’eccellente madre, che faceva le più ampie lodi della sagacia del genero.
E non dubito ch’ella riaprisse, senza saperlo, la ferita del dottore. Per quella certa sua frivolezza, per quel suo certo egoismo della maturità, che non è sempre inseparabile dagli anni della vecchiezza, ella non faceva, felicitandolo di cercar d’attenuar il rigore della vita di Annie, che confermarlo nel pensiero ch’egli fosse un ostacolo agl’istinti della giovane moglie, e non vi fosse rispondenza di sentimenti fra loro.
– Anima mia – ella gli disse un giorno in mia presenza, – tu sai bene, senza dubbio, che sarebbe un po’ triste per Annie rimanersene sempre tappata in casa.
Il dottore fece con la testa un benevolo cenno di assenso.
– Quando avrà l’età di sua madre – disse la signora Markleham, agitando il ventaglio, – sarà diverso. Mi si potrebbe mettere in una prigione con una buona compagnia, e non mi curerei di uscirne. Ma io non sono Annie, lo sai; e Annie non è sua madre.
– Certo, certo – disse il dottore.
– Tu sei il migliore degli uomini... no, scusami – perché egli faceva un gesto di diniego: – te lo debbo dire in faccia, perché sempre te lo dico di dietro, tu sei il migliore degli uomini; ma è naturale, non è vero? che tu non possa avere gli stessi gusti, le stesse aspirazioni di Annie.
– Già – disse il dottore in tono melanconico.
– Già, è naturale – soggiunse il Vecchio Soldato. – Pigliamo, per esempio, il dizionario.
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