Essi sono stati tanti da qualche tempo, che non potrei contarli; ma non per la ragione che tu supponi, mio generoso marito; perché nel cuor mio non c’è un pensiero, un ricordo, o una speranza che alcun potere al mondo possa staccare da te.
Ella levò gli occhi, e giunse le mani, e mi parve assumere la bellezza e la nobiltà d’un angelo. Il dottore, da quel momento, cominciò a guardarla fisso, e Annie seppe sostenere il suo sguardo.
– La mamma è innocente – essa continuò – di averti mai domandato nulla per sé; certo le sue intenzioni sono state sempre buone; ma quando ti vedevo diventato segno di tante sollecitazioni importune fatte in mio nome; quando assistevo al traffico che si faceva del mio nome presso di te, alla tua generosità, e al risentimento del signor Wickfield che aveva molto a cuore il tuo benessere; ebbi la prima volta il sentimento di essere esposta all’odioso sospetto che la mia tenerezza fosse comprata... e venduta... a te, l’uomo che più stimavo al mondo, e mi parve una disgrazia immeritata, alla quale ti costringevo a partecipare. Non è possibile dirti che significasse... la mamma non può figurarselo... aver continuamente questo timore e questa pena, pur avendo la coscienza che il giorno del mio matrimonio non avesse fatto che coronare l'amore e l'onore della mia vita.
– Ed ecco che ci si guadagna – esclamò la signora Markleham, in lagrime – a cercare il bene dei figli! Vorrei essere turca.
(– Ve lo auguro con tutto il cuore! – disse mia zia).
– Era allora che la mamma s’era tanto occupata di mio cugino Maldon.
| |
Annie Wickfield Markleham Maldon
|