E ora una ultima parola, o il migliore degli amici. Le ragioni dell’ultimo tuo mutamento, osservato da me con tanto dolore, e che io attribuivo ai miei vecchi timori e a volte a supposizioni vicine alla verità, m’è stata palesata stasera; e per caso, ho potuto conoscere stasera in tutta la sua pienezza la tua fiducia in me, anche quando tu eri in errore sul conto mio. Non credo che tutto il mio amore e tutto il mio rispetto possano mai rendermi degna di simile impareggiabile fiducia; ma io posso almeno levar gli occhi sul nobile viso di colui che ho rispettato come padre, amato come marito, venerato nella mia infanzia come maestro, e dichiarare solennemente che nei miei più reconditi e fuggevoli pensieri non gli ho mai fatto torto, non ho mai vacillato nell’amore e nella fedeltà che gli debbo.
Ella aveva le braccia intorno al collo del dottore, ed egli poggiò la testa su quella di lei, mischiando i suoi capelli grigi alle brune trecce di lei.
– Oh, tienimi sul tuo petto, marito mio! Non mi respingere. Non pensare e non parlare di disparità fra noi, perché non v’è altra disparità che la mia imperfezione. Ogni anno ho potuto conoscerti meglio e stimarti sempre di più. Oh, accoglimi sul tuo cuore, marito mio, perché il mio amore ha le sue basi su una roccia, e non può crollare!
Nel silenzio che seguì, mia zia si diresse solennemente e lentamente al signor Dick, e gli diede un abbraccio e un sonoro bacio. E fu una fortuna per lui e per la sua dignità, perché in quel momento m’era parso di vederlo nell’atto di prepararsi a tenersi ritto su una gamba come per darsi a una opportuna espressione di gioia.
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Dick
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