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– Neanche a me, vi prego – dissi.
Littimer, senza scomporsi minimamente, accennò un leggero inchino d’obbedienza, come per significare che il nostro era il suo piacere; e ricominciò:
– Il signor Giacomo e io ci recammo all’estero con la ragazza, da quando essa lasciò Yarmouth sotto la protezione del signor Giacomo. Siamo stati in molti luoghi e abbiamo veduto molti paesi stranieri. Siamo stati in Francia, in Isvizzera, in Italia... quasi da per tutto.
Egli fissava lo schienale della panca, come se parlasse direttamente ad esso; e vi agitava sopra le dita, come se toccasse i tasti d’un pianoforte senza corde.
– Il signor Giacomo era straordinariamente invaghito della ragazza; e per parecchio tempo si condusse con maggiore morigeratezza di quanto n’avesse mai avuta nel tempo del mio servizio. La ragazza faceva grandi progressi, e aveva imparato a parlare le lingue. Nessuno l’avrebbe detta la piccola operaia d’una volta. Vedevo che, dovunque s’andasse, ella era molto ammirata.
La signorina Dartle si mise una mano al fianco. Littimer le diede una fuggevole occhiata, e frenò un sorriso.
– La ragazza era proprio molto ammirata. Forse per la sua acconciatura; forse per l’effetto dell’aria e del sole, forse per le cure di cui era oggetto. Fosse una ragione, o l’altra, il fatto sta ch’ella attirava l’attenzione generale.
Egli s’interruppe. La signorina Dartle, che vagava con gli occhi irrequieti da un punto all’altro dell’orizzonte, si morse il labbro inferiore, come per arrestarne il tremito.
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