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      Togliendo le mani dalla panca, e mettendole l’una nell’altra, Littimer si tenne in equilibrio su una gamba sola, abbassò gli occhi, sporse un po’ la testa rispettabile, e disse:
      – La ragazza continuò così per qualche tempo, soggetta di tanto in tanto a degli abbattimenti che finirono con lo stancare il signor Giacomo, il quale cominciò a mostrarsi di nuovo irrequieto. Più irrequieto egli si mostrava, peggio ella diventava; e chi più soffriva fra loro due ero io. Le cose si raccomodavano di tanto in tanto, e si tornava a godere un po’ di tranquillità; e questo durò un bel po’, più di quanto si potesse sperare.
      Ritraendo gli occhi dal lontano orizzonte, ella mi fissò con la stessa aria di prima. Littimer, schiarendosi la gola dietro la mano con una breve rispettabile tossettina ed equilibrandosi sull’altra gamba, continuò:
      – Finalmente, una volta, dopo molti rimproveri e molte lagrime da parte della ragazza, il signor Giacomo una mattina se ne andò dai dintorni di Napoli dove aveva una villa (alla ragazza piaceva molto di stare in riva al mare) e, con la promessa di tornare in un paio di giorni, mi lasciò l’incarico di annunziarle che per il bene di tutte le parti interessate, egli se n’era – qui l’interruzione d’un colpo di tossettina – andato. Ma il signor Giacomo, debbo dire, si condusse in modo veramente onorevole; perché proponeva alla ragazza di farle sposare una persona molto rispettabile, disposta a chiudere un occhio sul suo passato, e che valeva almeno quanto un altro al quale ella avesse potuto aspirare in generale, perché ella era d’una famiglia molto volgare.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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