Ma dalla maggior parte della larga vallata interposta, si levava una nebbia che si spandeva come un mare in mezzo alle tenebre e sembrava volesse inghiottirle. Ho una buona ragione per ricordar questa impressione, e pensarci con terrore; perché prima di rivederle una seconda volta, un mare in tempesta si levò ai loro piedi.
Riflettendo su ciò che m’era stato detto, mi parve necessario informarne il pescatore Peggotty. Il giorno appresso andai a Londra in cerca di lui. Egli era sempre in giro da una parte e dall’altra, con l’unico scopo di rintracciar la nipote; ma spesso tornava a Londra. Di tanto in tanto, l’avevo visto passare nel cuor della notte con la speranza di scoprire fra le rare ombre vaganti nelle vie in quelle ore indebite ciò che temeva di trovare.
Egli aveva appigionato una camera sulla bottega del droghiere in Hungerford Market, della quale ho già avuto occasione di parlare, e di dove aveva iniziato il suo pio pellegrinaggio. Andai lì a cercarlo. Domandai di lui, e appresi da quelli lì di casa che non era ancora uscito, e che l’avrei trovato su in camera.
Stava leggendo accanto alla finestra, sulla quale coltivava un po’ di piante. La camera era molto linda e ordinata. Vidi subito che era sempre preparata per ricevere Emilia, e ch’egli non usciva mai senza sperare di ricondurla a casa. Non mi aveva udito picchiare all’uscio, e levò gli occhi soltanto quando gli misi una mano sulla spalla.
– Signorino Davy! Grazie, signore, grazie di cuore per la vostra visita! Accomodatevi.
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