– Marta – disse il pescatore Peggotty – Dio mi liberi dal giudicarvi. Dio me ne liberi, me più degli altri, figlia mia! Voi non immaginate il mutamento che è avvenuto in me in questo frattempo. Bene! – Si fermò un momento, poi continuò: – Voi non sapete perché questo signore qui e io desideriamo di parlarvi. Voi non sapete che cosa vogliamo. Ascoltate, ora!
La sua influenza su lei fu completa. Ella stava umilmente innanzi a lui, come se temesse d’incontrarne gli occhi; il suo dolore affannoso era diventato a un tratto muto.
– Giacché ascoltaste – disse il pescatore Peggotty – ciò che si disse fra me e il signor Copperfield. quella sera che nevicava tanto, sapete che sono andato molto lontano... dove non sono andato?... per cercar mia nipote. La mia cara nipote – egli ripeté lentamente. – Perché ora, Marta, essa m’è più cara di prima.
Marta si velò con le mani il viso, ma rimase calma.
– Sentii dire da Emilia – disse il pescatore Peggotty – che da piccina eravate rimasta senza padre e senza madre, e che non un amico aveva preso il loro posto per voi. Forse voi comprenderete che se aveste avuto un amico che vi avesse fatto da padre, sareste pian piano arrivata a volergli bene... come Emilia aveva fatto con me.
Ella tremava in silenzio, ed egli, raccogliendo lo scialle di terra, glielo mise dolcemente sulle spalle.
– Così, io so – egli disse – ch’ella andrebbe in capo al mondo solo per vedermi ancora una volta, e che fuggirebbe fino in capo al mondo per non farsi vedere da me. Certo, non mette in dubbio il mio affetto.
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