«I miei fervorosi ossequi al signor Tommaso Traddles, il quale, se ancora conserva il ricordo d’una persona che già ebbe la fortuna d’essergli molto conosciuta, può certo concederle alcuni istanti delle sue ore di riposo. Io assicuro il signor T. T. che non abuserei della sua gentilezza, se non fossi sul punto di perdere la ragione. Per quanto mi sia doloroso dirlo, il motivo che mi spinge a rivolgermi al signor Traddles e a sollecitare la sua indulgenza, è la freddezza del signor Micawber, già così tenero con sua moglie e la famiglia. Il signor T. non può formarsi un’idea adeguata del mutamento avvenuto nella condotta del signor Micawber, della sua bizzarria, della sua violenza, che è andata gradatamente aumentando ed ha assunto l’apparenza d’una vera e propria aberrazione. È difficile che passi giorno, assicuro il signor Traddles, che non abbia luogo qualche parossismo di questo genere. Il signor T. non esigerà ch’io gli ritragga il mio sentimento, quando gli dico che odo continuamente il signor Micawber asserire che egli s’è venduto al D. Il mistero e il segreto sono divenuti da qualche tempo le sue caratteristiche principali, e sostituiscono da lungo tempo la sua sincerità abituale. Alla minima provocazione, anche se gli si chiede che cosa preferisca per desinare, scatta col dire che domanderà la separazione. Ieri sera, perché i bambini gli chiesero quattro soldi per comprare delle pasticche di limone, leccornia del luogo, egli fece l’atto di presentare un gran coltellaccio ai gemelli.
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