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      – Ma fu un momento passeggero; perché io l’avevo trovata. Veramente non so neanche perché lo rammenti ora. Un minuto fa non pensavo affatto di dire una parola di me; ma m’è venuta così spontanea, che mi son lasciato trascinare senza avvedermene.
      – Voi avete un cuor nobile – disse mia zia – e un giorno ne avrete la ricompensa.
      Il pescatore Peggotty, sul cui viso giocherellavano le ombre delle foglie, fece sorpreso un inchino a mia zia, come per ringraziarla della buona opinione ch’ella aveva di lui; poi riprese il filo interrotto.
      – Quando Emilia fuggì – disse con un movimento di collera subito represso – dalla casa dove era tenuta prigioniera da quel serpente a sonagli che il signorino Davy ha veduto... e quel ch’egli m’ha detto è vero; che Dio punisca quello scellerato!... era notte, una notte nera, con molte stelle in cielo. Ella era come una pazza. Corse lungo la spiaggia, credendo di trovarvi il nostro vecchio battello; e gridandoci di nascondere il viso, perché doveva passare lei. Nel suo delirio, credeva di sentir piangere un’altra, e si feriva i piedi sui sassi aguzzi e sulle rocce, e non se ne accorgeva, come fosse stata di pietra anche lei. E continuò a correre così, come avesse il fuoco negli occhi, e uno strepito nelle orecchie. A un tratto... a lei così parve... spuntò il giorno, piovoso e burrascoso, ed ella si trovò coricata sotto un mucchio di pietre lungo la spiaggia, mentre una donna le parlava, domandandole, nella lingua del paese, che cosa le fosse accaduto.
      Egli vedeva tutto ciò che raccontava.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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