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      Non potei reprimere un’esclamazione di gioia.
      – Signorino Davy! – egli disse; stringendomi la destra nella sua mano muscolosa – foste voi la prima volta a propormela. Io ve ne sono grato. Lei si diede seriamente a cercare. Sapeva, per la sua triste esperienza, dove vigilare e che fare. E l’ha fatto. E il Signore ci guidava tutti! Ella andò, pallida e tremante, a chiamare l’Emilia addormentata. Le disse: «Levati da un pericolo peggiore della morte e vieni con me». Quelli a cui apparteneva la casa volevano impedirlo, ma fu come voler fermare il mare. «Allontanatevi – ella disse – io sono uno spettro che viene a strapparla dal sepolcro che s’è aperto innanzi a lei». Disse all’Emilia che m’aveva veduto, e che io le volevo ancora bene e che le avevo perdonato. In fretta, la fece vestire, le prese il braccio e la condusse via, debole e tremante. Di quanto si diceva intorno non sentì nulla, come se fosse sorda. Passò fra quella gente, guidando la mia diletta, non badando che a lei; traendola sana e salva, nel cuor della notte, da quel nero antro di perdizione. Ella ebbe cura dell’Emilia – disse il pescatore Peggotty, che mi aveva lasciato la mano per portarsi la sua al petto, che ansava; – ebbe cura dell’Emilia, e la vegliò instancabilmente, e corse qua e là per lei negli intervalli, fino al giorno dopo. Si mise in giro a cercar di me, e poi a cercar di voi, signorino Davy. Non diceva all’Emilia per quale ragione usciva, per timore che le mancasse il cuore di vedermi, e tentasse di nascondersi.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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