– E volete che io venga con voi? – dissi, comprendendo che taceva qualche cosa.
– Se potete farmi questa gentilezza, signorino Davy – egli rispose – so che la vostra visita farà loro piacere.
La mia piccola Dora si sentiva meglio e mi sollecitò d’andare, quando gliene parlai; e aderii volentieri al desiderio del pescatore Peggotty. La mattina appresso, dunque, eravamo sulla diligenza di Yarmouth, e di nuovo in viaggio per quella strada tante volte percorsa.
Mentre passavamo la sera per le vecchie vie familiari – il pescatore Peggotty, nonostante tutte le mie rimostranze, volle portarmi la valigia – diedi un’occhiata alla bottega Omer e Joram, e vi scorsi entro Omer occupato a fumar la pipa. Non avevo gran voglia di assistere all’incontro del pescatore Peggotty con sua sorella e Cam; e Omer mi servì di pretesto per fermarmi un poco.
– Come state, signor Omer? È da tanto tempo che non ci vediamo! – dissi, entrando.
Egli cacciò con la mano il fumo per vedermi meglio, e mi riconobbe col più gran piacere.
– Mi alzerei, signore, per fare onore alla vostra visita – egli disse – ma le mie gambe non hanno più le molle d’una volta, e sto tutto il giorno su una poltrona a ruote. Tranne le gambe, però, e la difficoltà del respiro, grazie a Dio, meglio non potrei stare.
Mi congratulai con lui del suo bell’aspetto e della sua soddisfazione, e guardai la poltrona a ruote.
– È ingegnosa, non è vero? – egli disse, seguendo la direzione dei miei sguardi, e ripulendo con la mano un bracciuolo. – Va leggera come una piuma, ed è sicura come una diligenza.
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