.. oh, poverino! Mi fate mai qualche cosa che mi piaccia, voi? – Dora s’affrettò a baciare mia zia e a dire: – Sì che fate tutto, stavo scherzando – per paura che mia zia la pigliasse sul serio. – Ma, zia – disse Dora, carezzevolmente – ora ascoltate. Voi dovete andare. Io vi seccherò tanto che finirete col fare a mio modo. Darò tanti dispiaceri al mio cattivo marito, se non vi conduce. Diventerò tanto noiosa... e lo diventerà anche Jip. Volete poi pentirvi per sempre e per sempre di non esserci andata? Inoltre – disse Dora, ravviandosi i riccioli, e guardando curiosa mia zia e me – perché non dovete andare tutti e due? Non mi sento molto male. Che? Sto molto male, forse?
– Che domanda! – esclamò mia zia.
– Che discorsi! – dissi io.
– Sì, lo so che sono sciocca! – disse Dora, guardando pianamente prima me, e poi mia zia, e atteggiando le labbra come a baciarci dal suo lettino. – Bene, allora dovete andare tutti e due, o non vi crederò; e allora mi metterò a piangere.
Vidi, nel viso di mia zia, che ella cominciava a cedere, e Dora, che se n’accorse anche lei, si illuminò di nuovo.
– Al ritorno avrete da dirmi tante cose, che ci vorrà almeno una settimana per farmele capire! – disse Dora. – Perché so che non capirò, tutto a un tratto, se si tratta di affari, com’è probabile. Se poi vi saran delle addizioni da fare, non so se ci riuscirò; e il mio cattivo marito mi terrà intanto il broncio. Ecco! Ora voi andrete, non è vero? Starete via soltanto una sera, e Jip saprà farmi buona guardia in vostra assenza.
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