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      Vi può giovare riflettere, per l’avvenire, che l’avidità e la scaltrezza non sanno mai fermarsi a tempo nel loro stesso interesse. E questo è certo come la morte.
      – O come ci s’insegnava a scuola (la stessa scuola dove ho appreso tanta umiltà): dalle nove alle undici che il lavoro era una maledizione, dalle undici all’una che era una benedizione e una gioia, e una dignità, e altro ancora, eh? – disse con un sogghigno. – Voi predicate con la stessa logica di quella gente. L’umiltà è migliore. Non avrei dominato il mio nobile socio, senza di essa, siatene certo... Micawber, vecchio bruto, me la pagherete.
      Il signor Micawber guardò con sovrano disprezzo Uriah e l’indice ch’egli gli puntava contro, e dopo averlo, sporgendo il petto, visto sparire dietro la porta, si rivolse a me, e mi chiese di dargli il piacere di «andare ad assistere al ristabilimento della reciproca fiducia fra lui e la signora Micawber». Dopo di che, egli invitò tutti alla contemplazione di quel commovente spettacolo.
      – Il velo che s’era interposto fra me e mia moglie, è ora lacerato – disse il signor Micawber – e i miei figli e l’autore dei loro giorni possono ora riavvicinarsi in termini d’eguaglianza.
      Pur essendogli tutti riconoscenti, e tutti desiderosi di dimostrarglielo, per quanto lo sconvolgimento dei nostri spiriti ce lo permetteva, non potevamo andar tutti: era necessario che Agnese tornasse da suo padre, non ancora in grado di sopportare più che l’alba della speranza; e che qualche altro tenesse Uriah in sicura custodia.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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