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      – Benvenuta, o miseria, benvenuto, albergo del cielo aperto, benvenuti, o cenci, fame, tempesta e mendicità. La reciproca fiducia ci darà coraggio sino alla fine!
      Con queste espressioni, il signor Micawber depose la moglie su una sedia e diede un abbraccio in giro a tutti i componenti la famiglia, chiamando per nome una gran quantità di malanni e dando loro il benvenuto, con poca soddisfazione dei suoi; che invitò ad uscir fuori a cantare un coro per la città, non rimanendo più da far altro per il loro sostentamento.
      Ma la signora Micawber, profondamente commossa, era venuta meno. Quindi la cosa da fare subito, anche prima d’uscire a cantare il coro, era di farla rinvenire. A questo s’adoperarono mia zia e il signor Micawber; e poi fu fatta la presentazione di mia zia, e la signora Micawber mi riconobbe.
      – Questa è tutta la vostra famiglia, signora? – disse mia zia.
      – Per ora non c’è nessun altro – rispose la signora Micawber.
      – Santo Cielo, non intendevo questo, signora – disse mia zia. – Domandavo se son tutti vostri.
      – Signora – rispose il signor Micawber – sono come dei conti e delle cambiali.
      – E questo signorino – disse mia zia, meditabonda – che cosa sa fare?
      – Era mia speranza, quando venni qui – disse il signor Micawber – di fare entrare Wilkins nella Chiesa: o forse mi farei comprendere meglio, dicendo nel Coro. Ma non era vacante un posto nella venerabile mole per la quale questa città è giustamente famosa; ed egli ha... egli ha contratto l’abitudine di cantare nei caffè piuttosto che nei sacri edifici.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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