Potrebbe avvenire – disse il signor Micawber, girando gli occhi per la stanza, come se avesse innanzi centinaia d’ettari di terra ben coltivata – che alla prima scadenza avessimo un cattivo raccolto o che non l’avessimo ancora immagazzinato. A volte in quella parte dei nostri possessi coloniali, dove il nostro destino ci attende a lottare col prodotto d’un suolo fertilissimo, non c’è troppa abbondanza di braccia.
– Accomodate le cose come meglio vi piace, signore – disse mia zia.
– Signora – egli rispose – mia moglie ed io siamo profondamente commossi della gentile bontà dei nostri amici e protettori. Ciò che desidero è d’essere in perfetta regola e d’una perfetta puntualità. Voltando, come infatti stiamo per voltare, una pagina perfettamente nuova, pigliando la rincorsa, come infatti stiamo prendendo la rincorsa, per spiccare un salto di non comune lunghezza, è importante, per il rispetto che ho di me stesso, e per l’esempio che voglio dare a mio figlio, che le cose si facciano a modo, come da uomo a uomo.
Non so se il signor Micawber annettesse un senso particolare a quest’ultima frase; non so neanche se qualcuno ce l’abbia mai annesso; ma il fatto sta che egli pareva goderne un mondo e ripeté, con una tosse espressiva: «Come da uomo a uomo!».
– Io propongo – aggiunse il signor Micawber – delle cambiali; sono in uso in tutto il mondo commerciale (credo che siano stati gli ebrei a introdurle la prima volta, e da allora hanno sempre molto da fare con le cambiali) perché sono negoziabili.
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