– Micawber – disse la signora Micawber, scotendo il capo – no! Tu non li hai mai capiti, ed essi non ti hanno mai capito.
Il signor Micawber tossì.
– Essi non ti hanno capito, Micawber – disse sua moglie. – Forse non possono capirti. È la loro disgrazia. Io posso compiangere la loro disgrazia.
– Mi dispiace molto, mia cara Emma – disse il signor Micawber, raddolcito – d’essermi la sciato sfuggire una espressione che potrebbe, anche lontanamente, aver l’apparenza d’esser brutale. Quello che intendevo dire si è che io posso emigrare senza che le persone della tua famiglia vengano a farmi l’onore, insomma, di darmi la spinta dell’addio con le loro gelide spalle: e che dopo tutto, preferisco lasciar l’Inghilterra con quel tanto d’impulso proprio che ancora posseggo, anziché doverlo alla loro condiscendenza. Nello stesso tempo, mia cara, se essi dovessero degnarsi di rispondere alla tua comunicazione... cosa che la nostra comune esperienza ci fa ritenere molto improbabile... non sarebbe nelle mie intenzioni di mettere un ostacolo ai tuoi desideri.
Regolata così amichevolmente la cosa, il signor Micawber diede il braccio alla moglie, e gettando un’occhiata al mucchio di libri e di carte che stava innanzi a Traddles sul tavolo, disse di non volerci infastidire più oltre, e ci salutò con gran solennità.
– Mio caro Copperfield – disse Traddles, poggiandosi, appena i due Micawber furono usciti, alla spalliera della sedia, e guardandomi con un affetto che gli fece arrossire gli occhi e diede ai suoi capelli tutte le pieghe possibili e immaginabili – non mi scuserò con te per doverti intrattenere d’affari, perché so che te ne interessi e possono distrarti.
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