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      – chiesi.
      – Credo di sì, ne son certo – egli rispose, scotendo gravemente il capo. – Credo che, in un modo o nell’altro, debba avere intascato un bel gruzzolo. Ma credo, Copperfield, se tu avrai l’occasione di osservare la sua condotta, che il denaro non gl’impedirà di fare una cattiva fine. Egli è un ipocrita consumato; checché faccia, non andrà mai dritto. È il solo piacere che lo compensa delle esterne costrizioni che s’impone. Strisciando continuamente al suolo verso qualche piccolo scopo, egli ingrandirà sempre ogni oggetto che incontrerà nel suo cammino, e per conseguenza odierà e sospetterà tutti quelli che si frapporranno, innocentemente, fra lui e l’oggetto. Così la via tortuosa diventerà un labirinto in cui si perderà, in qualunque momento, per il più futile motivo o per nessuno. Basta considerare la sua storia qui – aggiunse Traddles – per convincersene.
      – Egli è un mostro di bassezza – disse mia zia.
      – Non ne so nulla – rispose Traddles con aria pensosa. – Molti possono diventare mostri di bassezza, quando vogliono diventarlo.
      – E ora, parliamo del signor Micawber – disse mia zia.
      – Ah! Veramente – disse Traddles, con viso lieto – debbo ancora una volta fare le più alte lodi del signor Micawber. Se egli non fosse stato paziente e perseverante per tanto tempo, non si sarebbe potuto mai sperare di venire a capo di nulla. E dobbiamo considerare poi che il signor Micawber fece il giusto per amore del giusto, quando avrebbe potuto chi sa a qual prezzo vendere il suo silenzio a Uriah Heep.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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