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      Noi ci separammo senza una parola. Forse tu lo capisti e non te ne dolse. D’allora, sono stata fra voi due come una specie di mobile rotto, senza occhi, senza orecchi, senza sentimenti, senza ricordi. Piangi? Piangi per ciò che tu lo avevi fatto diventare, non per il bene che gli volevi. T’ho detto che vi è stato un tempo in cui gli volevo molto più bene di te.
      Ella stava con gli occhi lucenti di collera di fronte a quel viso immobile, a quello sguardo vuoto; e non s’inteneriva, a quel pianto, come se quel viso fosse stato un ritratto.
      – Signorina Dartle – dissi – se voi potete esser così crudele da non aver pietà di questa madre angosciata...
      – E di me chi ha pietà? – ella aspramente ribatté. – È lei che ha seminato tutto. Che pianga per ciò che oggi raccoglie.
      – E se i difetti di suo figlio... – cominciai.
      – I difetti! – ella esclamò, scoppiando in pianto disperato. – Chi osa dir male di lui? Egli aveva un’anima che valeva milioni di volte più degli amici ai quali s’era degnato di abbassarsi.
      – Nessuno gli voleva bene più di me, nessuno può avere un miglior ricordo di lui – risposi. – Intendevo dire, se voi non avete compassione per la madre, o se i difetti del figlio... perché voi non li avete risparmiati...
      – È falso – ella gridò strappandosi i capelli – io gli volevo bene!
      – ... se i suoi difetti – continuai – non possono essere cancellati dalla vostra memoria, in questo momento; considerate questa poveretta almeno come una persona che non avete mai conosciuta, e soccorretela.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Dartle Intendevo