Allo stesso modo trovai la signorina Micawber equipaggiata da affrontare la burrasca, con nulla di superfluo addosso. Il signorino Micawber era appena visibile in una giubba di Guernesey e nel più villoso costume da marinaio che mi fossi mai veduto; e i bambini erano chiusi, come carni in conserva, in una specie di astucci o di guaine impermeabili. Ma il signor Micawber e il figliuolo maggiore avevano le maniche rimboccate ai polsi, come per esser pronti a prestar la loro opera in tutto, a salir sul ponte, o a cantar in coro con l’equipaggio per levar l’ancora: «Yeo – sciogli – Yeo!» al primo segnale.
Così li trovammo io e Traddles la sera, tutti raccolti sulla scala di legno, nota allora col nome di Scala di Hungerford, ad assistere alla partenza di una barca che trasportava una parte dei loro bagagli. Avevo narrato a Traddles il terribile evento, ed egli n’era rimasto molto addolorato. Persuaso anche lui della carità di tenerlo segreto, era venuto ad aiutarmi nell’adempimento di quest’ultimo dovere. Era stato lì che avevo chiamato il signor Micawber da parte, ottenendo da lui la promessa di non far giungere la notizia al pescatore Peggotty.
La famiglia Micawber alloggiava nelle vicinanze della Scala di Hungerford, in un sudicio alberghetto, le cui stanze di legno si sporgevano fin sul fiume. La famiglia degli emigranti suscitava tanta curiosità negli abitanti del vicinato e faceva fermar tanta gente, che noi fummo lieti di rifugiarci nella loro camera, che era una di quelle sotto le quali scorreva il fiume.
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