– Amor mio – osservò il signor Micawber – m’è impossibile non esser commosso dalle tue affettuose parole. Io son sempre pronto a sotto mettermi al tuo buon senso. Ciò che sarà... sarà. Il Cielo mi scampi dal voler lesinare alla patria neanche un soldo di quella ricchezza che potrà essere accumulata dai nostri discendenti!
– Così va bene – disse mia zia, voltandosi verso il pescatore Peggotty; – e io bevo alla salute di tutti; e che ogni benedizione vi accompagni.
Il pescatore Peggotty mise in terra i due bambini che s’era tenuto sulle ginocchia, uno per lato, per unirsi al signore e alla signora Micawber nel ricambiarci il brindisi; e nell’atto che egli e i Micawber si stringevano cordialmente le mani, e il suo viso abbronzato si illuminava di un sorriso, sentii che egli avrebbe fatta la sua strada, avrebbe riscosso la stima di tutti, e si sarebbe fatto voler bene dovunque fosse andato.
Anche i bambini furono invitati a immergere il cucchiaio di legno nella ciotola del signor Micawber e a farci i loro auguri. Dopo di che, mia zia e Agnese si levarono, e si separarono dagli emigranti. Fu un melanconico addio. Tutti piangevano. I bambini si strinsero alla gonna d’Agnese fin all’ultimo momento; e noi lasciammo la signora Micawber veramente angosciata, singhiozzante e piangente alla luce d’una fioca candela, che doveva, dal fiume, dare a quella stanza l’apparenza d’un faro veramente poco radioso.
La mattina appresso andai a vedere se essi fossero partiti. Erano saliti su una barca prima delle cinque.
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