– Bene, signore – egli rispose, con la sua solita lentezza – non è mia abitudine di prenderne di più; ma non posso negarmi il piacere della vostra conversazione. Mi sembra ieri che io avevo l’onore di curarvi la scarlattina. Ve la cavaste a meraviglia, signore.
Lo ringraziai del complimento, e ordinai il vino caldo, che fu subito servito.
– Per me è veramente un eccesso – disse il signor Chillip, agitando il cucchiaino – ma non posso resistere a un’occasione così straordinaria. Non avete figli, signore?
Crollai il capo.
– Seppi che avevate sofferto una perdita, signore, qualche tempo fa – disse il signor Chillip. – Lo seppi dalla sorella del vostro patrigno. Una donna dal carattere molto risoluto, signore.
– Ma sì – dissi – abbastanza risoluto. – Dove l’avete vista, signor Chillip?
– Non sapete, signore – rispose il signor Chillip, col suo più placido sorriso – che il vostro padrigno è di bel nuovo mio vicino?
– No – dissi.
– Veramente, signore – disse il signor Chillip. – Ha sposato una signorina di quelle parti, con un bel gruzzoletto, poverina... E codesto lavoro di cervello, signore? Non credete che vi stanchi? – disse il signor Chillip, guardandomi con aria d’un pettirosso curioso.
Non risposi a quella domanda, e ritornai ai Murdstone.
– Lo sapevo che s’era di nuovo ammogliato. Siete suo medico di casa? – chiesi.
– Non regolarmente. Ci sono andato qualche volta – egli rispose. – Il bernoccolo della fermezza è molto sviluppato nel signor Murdstone e in sua sorella, signore.
Risposi con uno sguardo così espressivo, che da esso e dal vino caldo il signor Chillip si sentì incoraggiato a dare parecchie scosse al capo e ad esclamare:
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Chillip Chillip Chillip Chillip Chillip Chillip Murdstone Murdstone Chillip
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