Da per tutto non v’è che peccato... tranne che qui.
– Siete assolutamente mutato? – disse il signor Creakle.
– Oh, cielo, sì, signore! – esclamò quello speranzoso penitente.
– Non ricadreste in peccato, se foste liberato? – chiese qualcun altro.
– Oh, cielo, no, signore!
– Bene – disse il signor Creakle – è una cosa veramente soddisfacente. Voi vi siete rivolto al signor Copperfield, Ventisette. Desiderate di dirgli qualche altra cosa?
– Voi m’avete conosciuto gran tempo prima che io venissi qui e mi cambiassi – disse Uriah. guardandomi; e non avevo mai visto uno sguardo più tristo, anche su quella faccia. – Mi conoscevate quando, nonostante le mie follie, ero umile fra quelli che erano orgogliosi, e mite fra quelli che erano violenti... anche voi foste violento con me, signor Copperfield. Una volta, mi deste uno schiaffo, sapete.
Mormorio di generale commiserazione. Parecchie occhiate indignate mi fulminarono.
– Ma io vi perdono, signor Copperfield – disse Uriah, traendo da quel suo perdono motivo per fare un empio parallelo, che io non riferisco – perdono a tutti. Non voglio aver rancori contro nessuno. Sinceramente vi perdono, e vi auguro di frenare la vostra ira in futuro. Spero che il signor W. si pentirà, e la signorina W. E gli altri di quella compagnia piena di peccati. Voi siete stato visitato dalla sventura, e auguro che vi giovi. Ma fareste bene a venir qui. Il signor W. farebbe bene a venir qui, e la signorina W. pure. Il miglior augurio che possa farvi, signor Copperfield, e a voi tutti, signori, è di farvi prendere e condurre qui.
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