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      Ricordo particolarmente questo caso, perché egli fu arrestato da una nana.
      – Da chi?
      – Da una minuscola donna della quale non ricordo più il nome.
      – Mowcher, forse?
      – Proprio! Egli era riuscito a fuggire ed era in procinto di emigrare in America, truccato con una parrucca, baffi, e un completo travestimento accomodato a perfezione, quando s’imbatté in una via di Southampton da quella donna minuscola. Essa, con quel suo occhio finissimo, lo riconobbe all’istante... gli corse fra le gambe facendolo stramazzare al suolo, e tenendolo fermo come la morte.
      – Brava la signorina Mowcher! – esclamai.
      – Così le avreste detto, se l’aveste veduta, come la vidi io, di su una sedia fare la sua deposizione alla Corte – disse il mio amico. – Egli le fece un gran taglio in faccia, e la percosse nella maniera più brutale, così trattenuto; ma ella continuò a tenerlo stretto, finché non lo vide sotto catenaccio. Lo stringeva così, infatti, che le guardie furono obbligate a condurli tutti e due. Ella fece la sua testimonianza con tanta gioiosa vivacità che la Corte si divertì un mondo, e il pubblico l’accompagnò plaudente al l’albergo. Aveva detto alla Corte, che sapendo ciò che sapeva di lui, lo avrebbe afferrato con una sola mano, anche se fosse stato Sansone. E credo che l’avrebbe fatto.
      Anch’io credevo lo stesso, ed ebbi perciò una ottima opinione della signorina Mowcher.
      Intanto avevamo veduto tutto ciò che c’era da vedere. Sarebbe stato inutile di dire a un cieco come il signor Creakle, che il Ventisette e il Ventotto erano perfettamente immutati; che in quel momento erano esattamente ciò che erano stati prima; che quegli ipocriti furfanti erano appunto i tipi capaci di mostrarsi pentiti in un luogo come quello; che essi sapevano il valore commerciale del loro pentimento almeno così come lo sapevamo noi, e calcolavano i vantaggi che avrebbe loro apportato, nel momento che sarebbero stati espatriati; in una parola, che tutto non era che una trista, nauseante commedia.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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